Prendi questa mano, zingara. dimmi pure che destino avrò. ora che il vento porta in giro le foglie. e la pioggia fa fumare i falò. E c'è uno che dice "Guarda!".
Vanno a due a due i poeti,. verso chissà che luna,. amano molte cose, forse nessuna.. Alcuni sono ipocriti e gelosi come gatti,. scrivono versi apocrifi, faticosi e sciatti..
Cammino come un marziano. Come un malato, come un mascalzone. Per le strade di Roma. Vedo passare persone e cani. E pretoriani con la sirena. E mi va l'anima in pena.
Mi fa male una gamba, la schiena è una carcassa,. ho una bestia alla gola, che cammina e non passa.. Ho le stelle negli occhi, me le sento scoppiare,.
Non per entrare nel merito del motore,. ogni motore ha una musica e io la so.. Così per sempre nel vento la farò cantare,. per questa mia povera terra da sud a nord..
Uno scudo bianco in campo azzurro,. è la sua fotografia,. chiunque lo conosca bene. può chiamarlo senza offesa. uomo di poca malinconia.. . È un pianista di piano bar,.
Mi metto in tasca una piccola mela,. mi metto in tasca una piccola mela.. Ti legassero in piazza con chiodi. e catene se davvero non sei sincera.. La figlia del dottore è una maestrina,.
Puoi sudare sette camicie. o stare steso a non fare niente,. puoi nasconderti fra quattro mura,. puoi nasconderti fra la gente.. . Puoi dirigere una grande azienda.
L'uomo che cammina sui pezzi di vetro. Dicono ha due anime e un sesso, di ramo duro il cuore. E una luna e dei fuochi alle spalle mentre balla e balla.
Era solo per ricordare. il primo verso di una poesia. Una scusa per chiedere scusa. un modo elegante per andarsene via. O soltanto per averti pensato.
Il più bel sogno fu. il sogno non sognato. E il miglior bacio. quello non restituito. Ed il più lungo viaggio fu quel viaggio. che non fu iniziato. E fu senza saluto.
Mio padre seppellito un anno fà,. nessuno più coltivare la vite.. Verde rame sulle sue poche unghie. e troppi figli da cullare.. E il treno io l'ho preso e ho fatto bene..
Mangiamo pane e castagne, in questo chiaro di luna,. le mani ben ancorate su questa linea.. Domani ce lo diranno dove dobbiamo andare,. domani ce lo diranno cosa dobbiamo fare..
Era una tarde tonta y caliente. De esas quet e quema el sol la frente. Era el verano del 97. Y yo me moría por verte. Mi única idea era camelarte. Era llevarte a cualquier parte.
Hay una puerta entreabierta. Entre tu boca y la mía. Hay una palabra muerta. Una mirada vacía. . Hay un silencio que mata. Una escalera que sube. Y una duda que me baja.
Hoy me voy sin equipaje. Me he perdido tantas veces en el viaje. No contestaré mensajes. Y ya hace tiempo que me hace falta el coraje. . Ya nos sé si te odio o si te quiero.
Qué oscuro tienes el pelo. Nubla todas las estrellas. Se ha detenido mi tiempo. Se ha acabao mi primavera. Bebo tu dulce veneno. Lo pruebo y provoca la lluvia.
Un paseo. Hacia ningún lugar. Damos un rodeo. Y entramos en un bar. . Parecía tranquilo. Se podía incluso hablar. Ponte aquí unos litros. Que esto del beber.
Abro una puerta negra. Retumban mis oidos. La calle queda muerta. El sol aun no ha salido. Saco de mi cartera una tarjeta y ficho. Y pienso q si se acaba el mundo ahi fuera....
Ponga atención a lo que voy a contar. Ocurrió una fria noche de Cornellá en un rincón. No recuerdo muy bien porque sucedió. Solo recuerdo que estaba en un bar.